Secondo certo pietismo trasversale, Tina Turner sarebbe stata grande più per la sua biografia, per la sua sofferenza, per la sua emblematica vittoria sui mali della vita (caratteristiche positive, senza dubbio).
È certo un vecchio assioma quello che per gli artisti vuole grandezza = biografia. Ma in realtà, un artista è grande per le sue qualità artistiche, per l’innovazione, la preparazione e lo studio. Un artista, come afferma Daniele Cassandro su Internazionale, è molto più della sua biografia.
Nel caso di Tina Turner, la grandezza è data dalle doti canore, dall’essere musicista e interprete, dalla capacità di portare novità laddove prima regnava una visione univoca della musica e del modo di interpretarla e porgerla al pubblico. Potente vocalist, l’anti-Diana Ross che non voleva essere pop ma rock; talentuosa ballerina autodidatta dall’atteggiamento selvaggiamente sensuale; valida compositrice; affidabile professionista.
No, il pietismo da salotto del pomeriggio non è decisamente quello che può definire un grande artista.
Foto: Tina Turner in concerto a Rotterdam, 1985. (Paul Bergen, Redferns/Getty Images)