Un anno multiforme, pieno di libri, articoli e parole.
Un anno di ricerca, stesura, scrittura intensa, spesso frettolosa fra un viaggio e un altro, fra un’avventura e un’altra (e perché no, anche fra una sofferenza e un’altra).
Un anno di progetti, realizzati pensati odiati o amati, e di frasi, una dietro l’altra, a formare i contorni di una vita in scrittura, vestita di verbi e aggettivi (e gli avverbi pochi).
Un anno di incontri fortunati e altri meno: con chi mi ha letto, con chi mi ha apprezzato, con chi ha giudicato il mio lavoro degno di poche centinaia di euro (deprezzando così la sua stessa persona), con chi mi ha per fortuna ignorato (meglio una recensione in meno che un rimming sfortunato di troppo) e con chi, invece, ha chiesto di me premiando il mio impegno.
Un anno di scoperte intense, di percorsi curiosi e persino mistici, di diritti civili e umani, di disvelamenti, disincanti e conoscenze sorprendenti.
L’anno di uno scrittore è sempre un anno speciale perché la scrittura è come la preghiera, restituisce a ogni cosa, a ogni istante e persona, la propria percentuale di importanza, dotando di dignità anche la più insignificante delle virgole.
Matteo Tuveri – All rights reserved©