Senza correre troppo lontano dal centro, dall’orizzonte marino di via Roma o dagli uffici, la nostra passeggiata ha preso una mattina la direzione intima e poetica del quartiere di Villanova.
Nato intorno al XIII secolo alle pendici del versante est del quartiere di Castello per accogliere le famiglie inurbate dalle campagne, luogo di orti e vigneti, Villanova è oggi senza dubbio il luogo più ricco di colori del capoluogo.
Grazie alla variegata natura umana, al verde degli alberi e dei mille vasi a bordo strada e all’odore del cappuccino che dai bar si libera fra via Sulis e via Piccioni, fra i muri delle case e nei negozi sfiziosi e insoliti, dotati di un elegante patina borghese, il quartiere è uno dei luoghi, sospesi fra i tempi moderni e gli antichi ricordi, dove decidiamo di spendere la nostra giornata da flâneur, rallentare e godere della vera Cagliari.
Dopo una sosta all’Antico Caffè, seduti comodamente in uno dei tavolini esterni per osservare il Bastione di Saint Remy, ci avventuriamo in via Sulis, che un tempo, per la sua piccolezza, si chiamava S’Arrughixedda. Ci soffermiamo sulle vetrine degli eleganti negozi, sui volumi della libreria dal sapore metropolitano e sugli accessori e i vestiti dellaboutique un po’ retrò. Le grandi marche del Made in Italy, unite alle originali creazioni di giovani designer e hair stylist, ci accompagnano verso la chiesa di San Giacomo, con il campanile del tardo Quattrocento, e la piazza San Domenico, bordata di folti alberi.
Da uno studio di tatuaggi echeggia il rumore metallico e argentino della macchinetta, mentre ci sediamo su un tavolino del Bar Florio in attesa di una dolcissima spremuta d’arancia e un panino al prosciutto.
Un gruppetto di anziani è immerso in un’animata discussione sulla news del giorno.