Non solo fiori per Simone de Beauvoir
Un simposio internazionale a Cagliari ha ricordato l’importante lavoro della scrittrice e filosofa francese. Non solo parole, ma anche la proiezione di importanti documentari dedicati alla studiosa. Un flusso visivo di cui la nostra città aveva decisamente bisogno. di Maria Pia Brancadori
“Des Fleurs pour Simone” è il titolo del caldo documentario di Carole Roussopoulos (2007, 20’) che ha aperto la sezione “The seventh art for Simone”, nel quadro della XVIII Conferenza Internazionale della Simone de Beauvoir Society, tenutasi a Cagliari tra il 23 e 26 giugno.
La scrittrice e studiosa femminista Claudine Monteil nel suo puntuale commento ha tenuto a sottolineare il valore di questo documento realizzato da Carole Roussopoulos a vent’anni dalla morte di Simone De Beauvoir, e verso i 60 anni della pubblicazione del Secondo Sesso. Un flusso visivo, affettivo e storico: dai fiori in dettaglio, agli striscioni di tante donne che da varie parti del mondo hanno portato a Parigi il loro saluto, alle interviste ad alcune tra le grandi dell’impegno femminista internazionale: Christine Delphy, Ti-Grace e Kate Millet.I materiali sono stati ripresi e montati dai precedenti Pour Memoire di Delphine Seyrig del 1987, Hommage de Kate Millet à Simone de Beauvoir di Anne Faisandier del 1986 e Simone de Beauvoir, a conversation with Doroty Tennon dagli Archivi del Centro Audiovisivi Simone de Beauvoir.
“Des fleurs” è stato peraltro l’occasione per ricordare insieme alla figura e l’impegno culturale di filosofa e femminista di Simone de Beauvoir, il lavoro filmico audiovisivo della singolare regista Carole Roussopoulos, di origine svizzera e cittadina del mondo, che a partire dalla scoperta “libertaria” del “video-tape” nei primissimi anni ’70 ha raccolto e dato parola e visione ai molti aspetti e persone non illuminati dai riflettori del grande schermo, nel suo lavoro filmico vicino alle cose della vita ed impegnato a portare alla visibilità quanto difficilmente ci arriva (racconti biografici di razzismo e sessismo, prostituzione, sfruttamento del lavoro, violenza sulle donne, omosessualità, etc…). L’importanza del suo lavoro di documentazione, è stata peraltro di recente raccolta e presentata nella monografia a lei dedicata dal NodoDocFest di Trieste alla sua VI edizione di Festival Internazionale del Film Documentario. Interessante altresì l’omaggio a Hélèn de Beauvoir, sorella di Simone, di Yolanda Astarita Patterson il cui documentario sul lavoro di pittrice di Helen è stato accompagnato dalla ricca narrazione, corredata da numerose e belle foto, di Claudine Monteil, autrice, tra l’altro, del recente ed interessante Le sorelle Beauvoir (Castelvecchi ed. ’08).
Portrait croisè de Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir è un’intervista incrociata ed alternata tra Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, realizzata nel 1967 da Madeleine Gobeil- Noël e Claude Lanzman: in sala ad introduzione della visione l’autrice racconta il senso e l’entusiamo di quando giovanissima ragazza canadese iniziando la sua attività di giornalista si è trovata a realizzare questo lavoro insieme a Claude Lanzmann e ad intrecciare quelle relazioni per lei allora – e ancora – così forti, vive ed appassionanti. Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir raccontano e si raccontano, impegno e vita, in 60’ girati da Michel Brault. Dinner in Purgatory del regista e scrittore inglese Kerry Kiernan, è invece una commedia a registro filosofico e arguzia, un convito, “a dinner conversation” appunto, dove si trovano a dialogare Socrate, S. Paolo, Simone de Beauvoir, Machiavelli e, l’ultima arrivata in purgatorio, Eva…e si sa come sono i conviti filosofici …e quando poi sono disordinati dalla parola femminile!… Visioni rivolte a chi ha una passione di conoscenza e di impegno culturale, queste presentate nella sala video al Centro Comunale d’Arte “Il ghetto”, interessanti proprio perché di studio, con materiali rari, di non facile visione.
E, a corredo, conversazioni amichevoli, ricche, intense. Purtroppo disturbate, la prima sera nel corso del dibattito, dalla pulsionalità fuor delle righe esibita con protervia da un giovinotto in tensione violenta antifemminista sia nel discorso che nelle posture del corpo. Ero accompagnata da alcune studenti di liceo interessate alla conoscenza di Simone de Beauvoir che sono venute, nonostante il tardo pomeriggio estivo, ben felici di poter condividere sia pure un pezzettino di quell’importante e raffinato simposio internazionale e che certo non si aspettavano di assistere, e proprio in quel contesto, allo spettacolo sempre spiacevole dell’egotismo risentito. E allora abbiamo dovuto convenire che, proprio come insegnava Simone de Beauvoir: la filosofia e la vita vanno insieme e quel che conta è proprio come le guardi e come le racconti!
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