Intervistare Filomena Campus, jazz vocalist, perfomer e regista teatrale, assume per me un significato particolare: Filomena viene da dove vengo io, le radici sono le stesse, forse anche le delusioni sono le stesse, un luogo dove tanti sono gli stimoli storici e culturali e poche le occasioni, dove la natura e la storia ti mettono a disposizione secoli di cultura e dove invidia e ristrettezza mentale bloccano a volte una carriera artistica o universitaria perché non sei “abbastanza” per loro, sei scomodo se non pensi in un certo modo, semplicemente perché non sei etichettabile.
È in quel momento, forse, che il “sardo” diventa di cuoio: non si abbatte, va avanti, diventa un pangolino, elegante creatura protetta da una pelle d’acciaio che ricorda i versi di Marianne Moore.
Questo pangolino gira il mondo e piano piano misura le distanze, scruta l’orizzonte, studia, si mette alla prova, non si guarda mai troppo indietro, non si fa troppi complimenti e macina strada. (Leggi tutto)