Riprendere in mano, dopo tanti anni, l’eloquio e gli schemi narrativi di Lucy Maud Montgomery è come ritrovare una memoria, anche linguistica, che sembrava soggiacere in una remota parte della propria coscienza.
Legate, per molti, ai ricordi dell’infanzia (e alla famosa edizione giapponese in cartoni animati), le pagine di “Anne of Green Gables” (Anna dai capelli rossi in italiano) rivivono nell’edizione della BUR per ragazzi – anche nella meravigliosa serie Netflix – e non stenteranno ad affascinare i più grandi.
La storia, forse, vi è nota: Anna Shirley, orfana della Nuova Scozia, dopo svariate peripezie arriva, per un mero errore, nella casa dei due anziani fratelli Marilla e Matthew. La storia di Anna è una storia di privazioni, di sofferenze, sia fisiche, sia morali, e dell’adattamento di una bambina tormentata in una casa estranea e in un tessuto sociale che all’inizio non è pronto ad accoglierla. La sua storia è dunque una storia di accoglienza che coinvolge istituzioni, insegnanti, ministri del culto e persone comuni. Non solo, anche una storia di emancipazione femminile e di accettazione di sé stessi, dei propri difetti e della propria capacità di trasformare questi ultimi negli strumenti per la propria crescita (e di attuare la propria rivoluzione umana, come direbbe Daisaku Ikeda).
Un Bildungsroman (romanzo di formazione) a tutti gli effetti in cui l’elemento didattico è forte e passa attraverso un vivido cinema mentale in cui la chiarezza di aggettivazione e la sicurezza nella composizione delle frasi svolgono un ruolo principale.
La scrittrice, influenzata dalle esperienze personali, racconta i retroscena del suo libro, con il suo solito ritmo incalzante e coinvolgente, anche nel piccolo volume “Il sentiero alpino. La storia della mia carriera” (edito da flower-ed). Parlando della sua vita di scrittrice dichiara “non posso ricordare un tempo nel quale io non abbia scritto o nel quale io non abbia avuto la precisa intenzione di diventare una scrittrice. Scrivere è stato il mio scopo centrale attorno al quale si sono concentrati tutti gli sforzi, la speranza e l’ambizione della mia vita. Ho scritto delle descrizioni dei miei luoghi preferiti, le biografie dei miei molti gatti, cronache di visite fatte a luoghi e persone e questioni scolastiche e persino recensioni critiche”.
Come non invitarvi, in tempi di verità romanzata, a leggere di un romanzo vero in cui non solo le vicende della protagonista sono al centro della storia, ma anche la sua forte immaginazione?
Il processo creativo mentale, e spirituale, assume in Anna dai capelli rossi un ruolo centrale. È infatti la stessa protagonista a dire: “Fortuna che ho tanta fantasia, Marilla, mi sarà di grande aiuto in questo momento di tribolazione. Come se la cava la gente senza fantasia quando si rompe qualche osso?”.
By Matteo Tuveri