In questa giornata di freddo e riflessioni, davanti a una bagarre mediatica in cui ognuno si dichiara diverso e migliore degli altri, mi vengono in mente – e propongo qui sotto – le parole di Lina Mangiacapre. E se essere “contro” fosse in realtà essere per qualcosa e non opposto a tutti?
Arte è politica, vuol dire un diverso modo di fare politica; il processo è al contrario: non socializzare l’arte, non portarla e ridurla nella politica ma fare della politica in forma artistica, portare i discorsi politici in modo creativo, immettere l’erotismo nella politica. Noi non siamo contro; essere contro è misurarsi, informarsi, studiare, essere in relazione, essere passivi per poi prendere il posto di ciò a cui si è contro, diventare l’altro, alienarsi. Noi siamo per noi stesse, siamo un territorio da scoprire lasciandolo sommerso, una profondità da non ridurre; luce vuol dire notte, profondità. L’avanguardia è una mistificazione perché è avanguardia rispetto a, quindi contro, quindi irrevocabile tensione verso il consenso. Noi non siamo avanguardia, siamo un’altra cultura, un diverso che si esprime in quanto tale, e che pone relazioni e connessioni, il problema. Questo è separatismo, è spazio, possibilità di essere non più in relazione, non più con o contro; separarsi è distinguersi, avere una forma. E che non ci si accusi di ghettizzarci o di rifiutare! Non abbiamo il mito del nuovo. Il diverso è, non appare!