A proposito di polemiche sui compiti a casa, ricordo il momento dei compiti come un sacrificio (sull’altare sacrificale la mia naturale voglia di fare altro), ma anche come un momento di sfida con me stesso: farcela ogni volta era una sottile soddisfazione, gli obiettivi raggiunti e il senso di soddisfazione per il dovere svolto.
Poi c’erano i giorni che mi andava meno, ma che, forte delle volte precedenti, tiravo avanti convinto che gettare il cuore oltre l’ostacolo fosse il modo migliore. Il momento dei compiti (e non erano certo pochi) mi ha formato per ogni istante della vita: l’attesa dal medico, la fila alle poste, gli esami universitari, il colloquio di lavoro, il lavoro in se stesso (per non parlare del lavoro free lance per il quale devi saperti dedicare a qualunque attività senza orari o luoghi definiti) o la stessa gestione dei momenti di ansia (spesso dovuti all’organizzazione).
La vita è un mestiere difficile, dobbiamo armonizzare molte cose fra loro, spesso prendere in mano il nostro tempo e gestirlo non è semplice. Quel quotidiano esercizio dei compiti ci sembrerà qualche volta inutile (per noi o per i nostri ragazzi), ma ci avrà regalato un metodo: gestire noi stessi.