Il fascino immortale del cimitero di Bonaria. Visi, abiti e storie di donne.

Simile per le sue storie al Père-Lachaise, il cimitero sorge ai piedi del colle di Bonariain una zona che fu scelta per le sepolture da punici, romani e dai primi cristiani. Dopo l’epidemia di colera del 1816, le autorità di Cagliari decidono di avviare gli studi per la ricerca di un territorio in cui edificare il primo nucleo del nuovo cimitero.

La scelta ricade sulle pendici del colle di Bonaria che, dal 1829, vede sorgere e ampliare il nuovo camposanto. 

Con il tempo il cimitero diventa non solo luogo di sepoltura, ma anche palcoscenico nel quale, commissionando a importanti e abili scultori cenotafi, monumenti funebri e statue, inscenare l’eterno orgoglio di casta. 

Importanti maestri del marmo, come Giuseppe Sartorio, che scolpisce il mirabile monumento al giurista Giuseppe Todde, Giovanni Pandiani e artisti di fama internazionale, come Francesco Ciusa, che realizza un meraviglioso Angelo del silenzio, dalle eleganti forme secessioniste, contribuiscono a rendere il cimitero monumentale una galleria di opere d’arte a cielo aperto. 

Quello che però affascina maggiormente un occhio attento al dettaglio, sono lerappresentazioni femminili, piccoli ritratti fotografici, statue muliebri con le camiciole ricamate, le giacche strette degli ultimi anni dell’Ottocento, su gonne dall’ampia plissettatura, corpini stretti su seni palpitanti, cinture, scarponcini di bambino stretti alle giovani caviglie. 

I visi e le pettinature dei primi del Novecento sono invece quelli delle foto di Lea Fadda, ritratta in un profilo in cui i capelli attraversano l’immagine con onde Liberty, di Bonaria Boi, con i capelli corti e il viso sincero di diciottenne, o la foto di Delia Amato, elegante nel suo abito marinière. 

Fra racconti e leggende vi invitiamo a seguirci per compiere un affascinante percorsonella terra di mezzo fra arte, natura e emozioni.