Con la globalizzazione, il veloce e inesorabile aumento del traffico cittadino e degli impegni di un individuo che non lavora per vivere ma vive per lavorare, il quartiere perdeva la sue centralità, diventava spesso dormitorio, forse rifugio dopo estenuanti giornate, sovente campo estraneo in cui cercare spaesati la farmacia di turno. Come sempre accade per alcune cose, ecco l’inversione di tendenza, le strade un tempo abbandonate, i muri scrostati o le stanze vuote, subiscono la piena della nostalgia umana.
E il quartiere si ripopola. È il caso di Villanova a Cagliari, fra i quartieri più suggestivi nell’area del Mediterraneo, nato intorno al XIII secolo ai piedi del versante est del quartiere di Castello, senza dubbio il palcoscenico naturale per la variegata natura umana, per il verde degli alberi e l’odore del caffè che dai locali pubblici si espande e serpeggia benigno fra i muri delle case, nella strade rivestite di pietra grigia e nei negozi sfiziosi e insoliti, dotati di un afflato borghese. (Leggi tutto)